“E sarebbe bene cominciare a sabotare la macchine delle espulsioni anche a partire da qui, nei quartieri, nelle città, sulle spiagge, evitare che il meccanismo parta sottraendo donne e uomini al dispositivo militare stile Gestapo. I modi sono tanti: dai mugugni urlati un po’ più forte, alle occhiate complici sulle retate in vista, alle segnalazioni di sbirri in borghese riconosciuti, fino a tutti i modi che ci vengono in mente: l’importante è saper riconoscere da che parte sta la libertà quando vediamo persone fuggire rincorse dalle divise.”
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