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Impediamo le espulsioni

Le tecniche poliziesche per arrestare le persone senza documenti sono cambiate per rendersi meno visibili. Conoscere e scovare queste tecniche permette di opporvisi. Durante le retate l’obiettivo degli sbirri è di arrestare più persone possibile pur essendo il più discreti possibile. Questo permette loro di sorprendere quelli che vogliono controllare e di evitare le reazioni dei passanti. I poliziotti in borghese controllano sulla base dei tratti somatici un gran numero di persone, in un luogo ed un tempo determinati.

In strada questi dispositivi possono essere scovati anche grazie alla presenza di un camioncino. Generalmente è bianco, lungo, con un sistema di aerazione e parcheggiato non lontano. I controlli di identità hanno spesso luogo là dentro. Ma qualche volta gli sbirri fanno avanti e indietro con auto civette per condurre le persone arrestate al commissariato.

Nella metro le retate hanno luogo generalmente durante le ore di punta (soprattutto al mattino), nelle corsie dove si prendono le coincidenze (per es. Stalingrad, Barbès, La Chapelle…). Gli sbirri e i controllori possono agire insieme.

Le retate durano un certo tempo, questo permette di opporvisi. Il numero di urgenza serve ad informare, grazie ad una catena telefonica, la maggior parte delle persone del quartiere affinché possano venire.

Cosa fare in caso di retata?

Anche se non si è numerosi, è sempre possibile piazzarsi davanti agli sbirri, avvertire in modo discreto i passanti e far tornare sui propri passi le persone minacciate. Nel momento in cui si è sufficientemente numerosi, fare casino al fine di rendere visibile la retata.

E’ già accaduto che gli abitanti del quartiere scacciassero gli sbirri impegnati in una retata. E’ possibile domandare agli sbirri l'”ordine di requisizione”, cioè l’autorizzazione per la retata, il suo perimetro e la sua durata; questo può aiutarci ad organizzarci.

Cercare di sapere dove sono condotte le persone arrestate.

Molti arresti di persone senza documenti si fanno in modo diffuso; gli sbirri arrestano rapidamente 2 o 3 persone in luoghi mirati: nelle stazioni, davanti alle case, alle scuole, a certe banche (banca del Mali, Western Union..). E’ molto più difficile opporsi a questo tipo di arresti, che sono tuttavia i più frequenti.

Dopo l’arresto il miglior modo per evitare l’espulsione è quello di mostrare che la persona non è isolata. In un primo tempo si tratterà di molestare il commissariato, di riunirsi li’ davanti.. (Per consigli pratici e giuridici vedere la brochure: “Sans-papiers : s’organiser contre l’expulsion”, disponibile su internet: sanspapiers.internetdown.org).

Per impedire gli arresti, evitare le espulsioni è necessario creare un rapporto di forza con la polizia e la giustizia. Organizzarsi nelle scuole, nelle case, nei collettivi, nei quartieri, permette di non rimanere isolati e di difendersi collettivamente. Le lotte nelle scuole, specialmente tramite il RESF (Rèseau Education Sans Frontières), hanno permesso diverse volte di liberare delle persone senza documenti. I collettivi di persone senza documenti sono arrivati, tramite la loro mobilitazione, ad ottenere delle liberazioni. L’organizzazione intorno alle persone senza permesso di soggiorno della casa di via “Terre- au- curé” nel tredicesimo arrondissement di Parigi ha potuto darne prova: c’é stata una forte mobilitazione soprattutto durante i passaggi nei tribunali e sono stati sistematicamente fatti dei ricorsi. Su 115 persone arrestate soltanto 4 sono state effettivamente espulse.

Contro le retate e i controlli quotidiani le persone cominciano ad organizzarsi per creare dei legami di solidarietà nei quartieri a nord-est di Parigi.

Mobilitazioni in seguito ad una retata.

Nel febbraio 2008 più di un centinaio di residenti di una casa del tredicesimo arrondissement di Parigi sono stati arrestati durante una retata avvenuta nelle prime ore del mattino; una retata durante la quale centinaia di sbirri, bloccando un intero quartiere, lo hanno investito, distruggendo porte e diversi mobili e non lasciando a nessuno la minima possibilità di fuggire. Durante il pomeriggio ha luogo un corteo selvaggio, seguito il giorno dopo da una manifestazione più ufficiale.

Nei 2 o 3 giorni successivi i giudici della libertà e della detenzione (JLD) si sono dati il cambio giorno e notte in tribunale per convalidare il fermo delle persone senza documenti arrestate durante la retata. Alcune persone, residenti nel quartiere e solidali, si mobilitano allo stesso modo giorno e notte per essere presenti alle udienze. L’accesso alle sale dell’udienza è loro inizialmente negato poi, specialmente a causa dei disordini che ciò provoca all’interno del tribunale (parapiglia con gli sbirri che impediscono l’accesso, manifestazioni all’interno del tribunale, interventi vicino alla presidenza del tribunale), gli è alla fine concesso nel limite dei posti disponibili. Dopo diverse udienze e ricorsi parecchie persone senza documenti sono rimesse in libertà, vengono presi i contatti con coloro che vengono rinchiusi nel centro di Vincennes. Dal 27 febbraio all’8 marzo del 2008 diverse persone si sono mobilitate presso l’aereoporto di Roissy per impedire l’espulsione delle persone senza documenti della casa di via “Terre- au- curé” (dov’era avvenuta la retata).

Mercoledì 27 febbraio. Due espulsioni sono programmate per questa giornata sul volo Parigi-Casa Blanca della Royal Air Marocco. Noi siamo presenti all’aereoporto di Roissy da 14 ore per avvertire i passeggeri che due persone espulse saranno a bordo del loro aereo e che si opporranno alla propria espulsione. I passeggeri comprendono con quale accanimento lo stato è determinato ad espellere. La polizia di frontiera (PAF) distribuisce dei volantini ai passeggeri che precisano quali siano le pene massime nelle quali incorrerebbero se si opponessero all’espulsione. La polizia sequestra i cellulari e le macchine fotografiche dei passeggeri e sistematicamente cancella le foto ed i video fatti all’interno dell’aereo. Alla partenza gli sbirri rifiutano di obbedire al comandante, legalmente l’unico capo a bordo. Alla fine, in seguito alle loro proteste, tutti i passeggeri scendono dall’aereo e aspettano più di 3 ore sull’asfalto. Gli espulsi sono infine fatti scendere dall’aereo. Gli sbirri decidono di arrestare 4 passeggeri scelti a caso. Noi siamo riusciti a ritrovarli 2 giorni più tardi, dopo che avevano passato 48ore in stato di fermo ed una notte nel carcere provvisorio. Accusati di aver intralciato la circolazione di un aeromobile, saranno giudicati il 26 settembre 2008, con un processo che darà luogo ad una mobilitazione e durante il quale si beccheranno una multa con il beneficio della condizionale. Le due persone che rischiavano l’espulsione saranno liberate. Uno venerdi’ sera senza alcuna imputazione, l’altro sabato, con una convocazione davanti alla sedicesima camera del tribunale della Grande Istanza durante la quale sarà giudicato colpevole e beneficierà di un rinvio della pena.

Giovedi 28 febbraio. Sono previste 4 espulsioni, 2 al mattino e 2 alle sera. La mattina siamo presenti per avvisare i passeggeri e sensibilizzare l’equipaggio della compagnia del Mali scelta per effettuare l’espulsione. Sfortunatamente, senza che si sapesse, due persone espulse sono portate su un altro volo della compagnia Air Senegal, ammanettate ed immobilizzate, e rimpatriate a Dakar.

La sera sul volo Parigi-Casa Blanca le altre due persone non si manifestano presso i passeggeri ed il personale di bordo che avevamo avvisato e vengono espulse. In questa situazione, cioè senza che le due persone espulse abbiamo manifestato il loro desiderio di rimanere, i passeggeri ci diranno di non aver potuto intervenire.

Venerdi 29 febbraio. Sono previste 3 espulsioni. La mattina nessuno può recarsi in aeroporto. Una persona viene espulsa “scotchata” ed imbavagliata. La sera siamo in 2 per avvertire i passeggeri della Royal Air Maroc. Come accaduto mercoledì le persone espulse manifestano rumorosamente il loro desiderio di non partire. I passeggeri chiedono al personale di bordo di farli scendere. I poliziotti sono molto violenti con le persone espulse. Essi rifiutano di obbedire al comando di bordo. Dei rinforzi salgono sull’aereo e fanno scendere tutti i passeggeri, urtando il personale dell’aereo al suo passaggio. Alla fine, dopo 4 ore, le persone espulse sono fatte scendere dall’aereo e un passeggero viene arrestato e accusato di “intralcio alla circolazione di un aeromobile”. Uno dei due espulsi è ricondotto al centro per persone senza documenti. Alla fine sarà espulso più tardi. L’altro sarà liberato il giorno dopo con una convocazione per comparire il 17 aprile davanti al tribunale della Grande Istanza di Bobigny. Giudicato colpevole, beneficierà anche lui di un rinvio della pena. Il passeggero fatto scendere e accusato di “intralcio alla circolazione di un aeromobile” sarà rilasciato il 17 aprile 2008.

Sabato 8 marzo. Due persone della casa devono essere espulse sul volo della compagnia Air France, Parigi-Bamako delle 16 e 40. Noi siamo una quindicina per avvertire i passeggeri ed il personale di bordo. Sul posto la polizia distribuisce nuovamente volantini ai passeggeri per dissuaderli dall’intervenire. Sull’aereo, dal momento in cui le persone espulse protestano, i passeggeri chiedono al comandante di bordo di farli scendere. Inizialmente il comandante rifiuta poi di fronte all’insistenza dei passeggeri, che sono sempre più scioccati dal fatto che una persona espulsa sia picchiata dalla polizia, finisce per accettare. Quindi chiede alla scorta di far scendere le due persone senza documenti.

Il giorno dopo i due saranno liberati sotto il controllo giudiziario, intanto amici e familiari si sono mobilitati per procurare tutti i documenti necessari per l’assegnazione di una residenza in attesa del loro processo del 2 maggio. Nel frattempo uno di loro sarà regolarizzato.

Nel corso di questi giorni la mobilitazione delle persone solidali unita alla resistenza delle persone espulse e alla solidarietà dei passeggeri ha permesso di evitare 6 espulsioni. Ognuna di queste espulsioni fallite disorganizza la “macchina delle espulsioni” poiché comporta per lo stato di dover trovare in 32 giorni i modi (scorte, prenotazione di aerei, organizzazione interna) per espellere. In tutto, delle 116 persone senza documenti arrestate durante la retata nel quartiere, 5 saranno espulse.

La presenza negli aeroporti è importante per diverse ragioni:

Dà coraggio alle persone espulse che sanno che delle persone sono là, per e con loro, all’aereoporto. Informa i passeggeri che le persone ammanettate sul loro aereo sono persone senza documenti. Essi possono cosi’ anticipare la situazione. I passeggeri pronti ad intervenire sono più motivati dal momento che si tratta di un’azione collettiva. Azione collettiva che permette di sensibilizzare il personale su ciò che fa la compagnia per cui lavorano. Rende visibili queste espulsioni che lo stato e le compagnie aeree vorrebbero normalizzare ed integrare nel panorama quotidiano del viaggiatore. Queste espulsioni che si riescono ad impedire in confronto alle dozzine che hanno luogo ogni giorno sono più di una goccia d’acqua nell’oceano. Queste dimostrano che delle persone, senza mediatizzazione, senza l’appoggio di un sindacato o di un’associazione, possono andare contro un espulsione.

Non abituiamoci ai controlli di identità, agli arresti, ai centri per persone senza documenti, alle espulsioni… moltiplichiamo le azioni di resistenza e di solidarietà.

Posted in Dopo il Cie, Prima del Cie.

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